Bandiere blu, acque nere: il caso del depuratore di Lignano Sabbiadoro
Quest’anno ha vinto la 34esima “Bandiera blu” consecutiva, ma il suo depuratore di acque reflue è al centro di una vicenda complessa.
Nell’immaginario comune, e secondo i dati raccolti sul lungo periodo, la qualità dell’acqua di balneazione di Lignano Sabbiadoro è impeccabile; una qualità premiata con ben 34 “Bandiere blu” consecutive. La bandiera blu è un riconoscimento conferito ogni anno dalla Foundation for Environmental Education (FEE) a quelle località balneari che garantiscono un ottimo status ambientale e una grande qualità dei servizi durante la stagione turistica. La bandiera blu - i cui criteri, a volte, sono stati messi in discussione - ha un ruolo indubbio nel rendere una località più attrattiva per il turismo.
Di recente, la reputazione di Lignano ha rischiato di essere scalfita da una controversia sul depuratore di acque reflue che serve la città. La questione riguarda la possibilità che il depuratore sia sottodimensionato e non in grado di trattare a dovere la quantità di reflui che affluiscono durante i mesi estivi. Infatti, in prossimità della spiaggia, a un centinaio di metri dalla costa, il 14 giugno 2022 il personale di ARPA ha riscontrato la presenza di 1013 ufc/100 ml di Escherichia coli [Unità Formante Colonia, l’unità di misura per stimare la quantità di batteri in un campione], più del doppio rispetto al limite di legge, fissato a 500 ufc/100 ml. L’Escherichia coli e gli Enterococchi intestinali sono i principali indicatori di contaminazione fecale dei corpi idrici, ed è per questo che sono due dei parametri considerati nei monitoraggi delle acque di balneazione.
Gianluca Liva ha realizzato un reportage esclusivo, per cercare di capire cosa non ha funzionato e quali sono le conseguenze, per l’ambiente e la salute.
Questo articolo è stato prodotto con il supporto di Internews’ Earth Journalism Network.
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