Sono passati otto anni dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici: era il 2015, e ci si poneva l’obiettivo di limitare a 1,5°C il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale. Da allora ci sono state altre sei COP e l’anno più caldo mai registrato, quello che sta per concludersi.
Copernicus, il programma sui cambiamenti climatici dell'Agenzia spaziale europea, ha fatto sapere il 17 novembre 2023 la temperatura globale ha superato i 2°C rispetto ai livelli preindustriali, anche se solo per un giorno.
Intanto a Dubai la COP28 è nel pieno dei negoziati: si è raggiunto un accordo sui dettagli operativi del fondo loss and damage, che era stato istituto lo scorso anno durante la conferenza di Sharm el-Sheik. Un importante passo avanti, anche se al momento le cifre promesse dai singoli stati sembrano poco più che un obolo simbolico: per esempio, gli Stati Uniti hanno promesso circa 17,5 milioni di dollari nel fondo per la compensazione destinato ai paesi più colpiti dalla crisi climatica.
Pare invece sempre più difficile che si riesca a trovare un accordo sui combustibili fossili, tanto più che Sultan al-Jaber - presidente allo stesso tempo della Conferenza e dell’azienda statale petrolifera degli Emirati Arabi Uniti - nel corso di un evento online si è spinto fino al limite estremo del negazionismo affermando come non esista alcuna evidenza scientifica che colleghi la diminuzione della dipendenza da gas e petrolio con il contenimento dell’aumento delle temperature e che senza i combustibili fossili si rischierebbe di “riportare il mondo nelle caverne”. Il presidente ha poi detto di essere stato frainteso.
Infine, un dato: rispetto alla scorsa edizione, il numero di lobbisti delle fonti fossili è quadruplicato, arrivando a 2.456 presenze. Diminuiscono, invece, i rappresentati delle popolazioni indigene.
Nel nostro Radar
✏️ Di cosa parliamo quando parliamo di COP: Anna Violato ha scritto una guida per provare a capire meglio i negoziati in corso a Dubai. (E sì, ci sono anche altre COP che non hanno nulla a che fare col clima).
✉️ Quando abbiamo fondato RADAR eravamo un gruppo di giornalistə e fotografə che voleva creare un posto online per raccontare bene come i problemi ambientali stanno cambiando il mondo che ci circonda. Un po’ alla volta abbiamo capito di avere anche altre cose in comune: una, per esempio, è l’insofferenza verso le narrazioni catastrofiche. Ora siamo curiosi di conoscere il vostro punto di vista. Per questo la puntata di questa settimana di SOLAR è interattiva: otto domande per conoscerci meglio.
📌 Alberto Puliafito ha deciso di raccogliere su Pinpoint i primi documenti ufficiali in pdf disponibili da COP28. “Si trovano sul sito ufficiale, ma utilizzarli in maniera rapida è praticamente impossibile, a parte alcuni filtri”, ha spiegato il direttore di Slow News. “A cosa serve? Per esempio, a trovare tutti i documenti in cui è menzionata una determinata parola”.
La selezione - per ora - raccoglie una cinquantina di documenti ma si può arricchire con i testi ufficiali di tutte le conferenze: oltre 50mila.
📊 I dati fondamentali per capire come sta cambiando il clima si raccolgono in luoghi remoti come la stazione atmosferica di Finokalia, a Creta. L’abbiamo visitata per capire dove nasce la scienza del clima.
🤔 Il dubbio è uno strumento potente, che può aiutare a far crescere la conoscenza scientifica. Ma non va confuso con un tipo di dubbio più irrazionale, che nel dibattito sul clima viene usato per negare le nostre responsabilità. Vi riproponiamo questo approfondimento di Serena Giacomin, dal nostro archivio.
🌭 Che il consumo di carne sia uno dei settori maggiormente impattanti sulle emissioni è ormai noto da tempo. Ma a Dubai le lobby dell’industria della carne erano intenzionate a raccontare una storia diversa: quella della presunta sostenibilità di un regime alimentare ricco di proteine animali.
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