La Newsletter di Radar #1
Benvenuti sulla Newsletter di Radar. Per noi Radar è una prova, un tuffo in un’esperienza nuova, collettiva, collaborativa e, come vedrete più in fondo, partecipativa (sì, vi invitiamo a partecipare). Siamo giornalisti e giornaliste, fotografi e fotografe con molti anni di esperienza. Collaboriamo con diverse testate nazionali e internazionali. Desideravamo qualcosa di più e di diverso, qualcosa di nutrito dal basso e che camminasse piano, per osservare l’ambiente e la società intorno a noi con accuratezza e attenzione, senza la frenesia del mondo mediatico di oggi. E tutto ciò lo volevamo fare dialogando con il nostro pubblico. Per questo ci siamo uniti in Radar.
In molti ci chiedono “Perché Radar?”. Il radar osserva lontano, capta oggetti ed eventi anche oltre l’orizzonte. O dietro la nebbia o il fumo. Bisogna tenerlo acceso sempre, in modo che osservi costantemente ciò che appare sullo schermo. Ma poi servono occhi esperti per interpretare il segnale e fare un rapporto sulla osservazione. Ecco perché il nome Radar: cerchiamo di osservare, e di raccontare storie che altrimenti potrebbero andare perse.
È una sfida, il Radar è acceso, vediamo cosa sarà capace di portare in luce.
Jacopo Pasotti, senior editor.
Nel nostro Radar.
Questo mese il reportage di Radar, L’Onda del Cambiamento, ci porta in Africa dove le coste stanno assottigliandosi. La costruzione negli anni 60 della diga di Akosombo, l'innalzamento del livello dei mari, e lo sfruttamento di spiagge e foreste di mangrovie stanno accelerando l’erosione delle coste dell'Africa Occidentale. Un fenomeno non unico del Ghana e che incontreremo ancora su Radar.
Radar continua con un video sui nomadi mongoli nella provincia del Ôvôrhangaj, per osservare le famiglie di pastori che collaborano nella gestione dei pascoli e delle risorse naturali. In Italia affrontiamo il vorace consumo di suolo, che non si ferma: nel tempo di lettura di questa frase si sono consumati due metri quadri di terreno, ne leggiamo in Culle di Cemento. E sempre in Italia Radar vi parla e vi mostra il percorso che fa la plastica dopo la differenziata, fino al riciclo, all'inceneritore, o alla discarica. Ma non si ferma lì perché ci siamo interrogati sulla presenza di microplastiche nei laghi italiani mentre l’artista Anne-Katrin Spiess comunica il problema di un uso massiccio della plastica tramite le sue opere che colpiscono nel segno.
Radar sarà anche a casa vostra, in compagnia del meteorologo e autore Luca Mercalli in una diretta su Instagram, insieme a Davide Michielin. Sintonizzatevi su Radarmagazine l’11 Novembre 2020.
Scrutando oltre il Radar.
Ricordate il video della miniera in Mozambico, e di come la ONG Source International stia supportando le comunità locali raccogliendo dati ambientali sull’inquinamento di particolato prodotto dalle attività di estrazione di carbone? Sfruttando le foto storiche di Google Earth vi mostriamo, mediante una tecnica slider come era il territorio prima e dopo l’inizio della attività estrattiva. Vi sembreranno due mondi diversi, non è così. Trovate tutto qui.
Elisabetta Zavoli, fotografa e fotoeditor di Radar spiega come è arrivata e cosa ha imparato nella esperienza di fotografare il luogo dove i nostri rifiuti vengono raccolti e processati, le discariche. Ha lavorato insieme a Francesco Martinelli al servizio La Terza R. Ci vuole un occhio particolare per narrare un luogo che cerchiamo di nascondere, e di cui evitiamo di parlare, ma che è fondamentale per la nostra società. Ascoltate cosa ha da dire in questo audio. Mentre c’era una foto che non ha trovato spazio nella nostra storia, ma per Elisabetta Zavoli aveva molto da dire. Ne parla così: “Questa foto dell'inceneritore mi piace molto: è suggestiva per colori e ambientazione; c'è un sapore "decadente"-post industriale (la polvere, i tubi, i colori neon), eppure è un impianto tecnologicamente avanzato per la combustione dei rifiuti. Poi c'è l'elemento umano, perfettamente integrato e a proprio agio: l'operaio che prende l'ascensore come se fosse in un qualunque palazzo a più piani. Questo è quello che mi affascina: ritrovare gesti "quotidiani" in ambienti industrializzati per capire che, in fondo ad ogni tecnologia/processo, c'è comunque e sempre, l'uomo.”
Siate parte della Redazione!
Come promesso, essendovi iscritti ed essendovi iscritte alla nostra Newsletter, vi consideriamo parte di una community che desidera provare una forma di giornalismo nuovo, che partecipa alla crescita dei contenuti di Radar. Siete quindi invitati ad un incontro con la Redazione di Radar, per conoscerci, per discutere insieme di quello che vorreste in un nuovo magazine di natura, ambiente, geografia.
L’incontro avverrà sulla piattaforma Zoom (sarà quindi neccessario che abbiate un telefono cellulare o un computer e un accesso ad internet, un link che vi invieremo sarà sufficiente per connettersi). L’incontro è fissato per Giovedì 19 Novembre 2020 alle ore 21:00. I posti saranno limitati, almeno in questa prima edizione a 20 e fino a riempimento dei posti. Speriamo che sarete in tanti e curiosi di conoscerci almeno quanto noi lo siamo di conoscere voi.
Per partecipare vi chiediamo di inviare una mail al seguente indirizzo: partecipa@radarmagazine.net
E già che ci siete, potreste condividere questa newsletter con qualcun altro/a che potrebbe essere interessato o interessata.
Facciamo anche questo.
Jacopo Pasotti, senior editor di Radar ha pubblicato un nuovo libro: Cambiamento Climatico. L’autore parte dalle basi scientifiche sulla atmosfera, l’effetto serra, e racconta i climi della Terra dal momento della sua formazione a oggi. Cambiamento climatico esplora gli impatti attuali, attesi, e quelli che si potrebbero evitare o mitigare con vigorose scelte politiche. Cambiamento climatico è un libro per chi, anche se non provvisto delle più approfondite conoscenze scientifiche, desidera saperne di più sul clima che ci attende. È pubblicato da Scienzaexpress.
A questo punto potete proprio condividere la Newsletter con qualcun altro/a che potrebbe essere interessato o interessata.